Tra le immersioni più note dell’alto Tirreno c’è quella verso il relitto della nave romana di Albenga.
Si tratta dei resti di una nave romana, risalente al I secolo a.C., ritrovata, negli anni ’50, proprio nelle acque antistanti il comune di Albenga.
All’interno di essa fu poi scoperto un carico di grande interesse fatto di moltissime anfore, alcune ancora intatte e utilizzate per il traporto di vino e olio di oliva.
Già nei primi anni del 1900 alcuni pescatori avevano rinvenuto alcune anfore all’interno delle loro reti ma una spedizione organizzata fu predisposta soltanto negli anni ’50.
Ben presto ci si rese conto che quello che era stato individuato rappresentava uno dei siti archeologici sommersi più importanti del nostro paese.
La nave romana di Albenga era una delle navi romane da carico più grandi mai scoperte: si stima che il suo carico sia costituito da oltre 10.000 anfore.
Le anfore contenevano vino probabilmente proveniente dal sud Italia e destinato alle zone della Francia e della Spagna.
Molte di esse sono state recuperate e possono essere visitate presso il Museo Navale Romano situato all’interno di Palazzo Peloso Cepolla di Albenga.
Il rinvenimento del relitto della nave romana di Albenga viene reputato di grande importanza non soltanto sotto il profilo strettamente storico ma anche perché rappresenta un momento molto importante per l’archeologia subacquea italiana che visse, a partire da quel momento, un periodo di nuovo splendore.
Successivamente alla scoperta della nave romana, sono state effettuate, negli anni, specifiche attività di consolidamento e delimitazione del sito anche al fine di tutelarlo dalla possibilità che fossero perpetrati furti e trafugamenti.
Grazie a quest’opera di tutela, oggi è possibile, pur con alcune cautele e rivolgendosi a diving autorizzati, effettuare l’immersione e visitare il sito e ammirare le anfore che coprono una superficie di oltre 600 metri quadrati.
Tra le anfore, ancora intatte, la flora e la fauna marina si sono sviluppate vivaci e colorate.
Sebbene la zona si trovi a circa 40 metri di profondità, l’immersione non presenta particolari difficoltà.
Tuttavia, si consiglia l’immersione a coloro che sono in possesso di un brevetto per immersione profonda.
Il sito del relitto della nave romana di Albenga rappresenta, in sintesi, un’esperienza ben riuscita di collaborazione tra enti pubblici e privati a tutela di un tesoro dal valore inestimabile.
L’individuazione di alcuni diving selezionati e autorizzati per l’effettuazione delle immersioni fornisce la garanzia di un flusso continuo di qualificati soggetti in grado di garantire sicurezza all’intero sito preservandolo.
L’obiettivo di tutti gli appassionati è quello di far diventare la zona un grande parco archeologico sottomarino sul modello di quello esistente a Baia.
Consulta la scheda del relitto della nave romana di Albenga sulla MAPPA DEI RELITTI di OkDock.