Con la locuzione “nautica sociale” il Codice della nautica da diporto (D.Lgs. 18 luglio 2005, n.171), individua un preciso ambito della nautica introdotto nel 2020.
In particolare, l’art.2-bis del Codice della nautica da diporto stabilisce che:
Si intende per nautica sociale:
a) la navigazione da diporto effettuata in acque marittime o interne per fini esclusivamente sportivi o ricreativi e senza scopo
di lucro, mediante natanti da diporto con qualsiasi propulsione e con scafo di lunghezza fino a sei metri, misurata secondo la
norma armonizzata UNI/EN/ISO/8666;
b) il complesso delle attività finalizzate a diffondere la conoscenza e la pratica della nautica da diporto a favore degli
studenti degli istituti scolastici di ogni ordine e grado di età non inferiore a nove anni, oppure, anche a scopo di ausilio
terapeutico, a favore delle persone con disabilità di cui all’articolo 3, comma 1, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o con disturbi
psicologici, dell’apprendimento o della personalità.
L’introduzione del suddetto articolo nel Codice della nautica rappresenta al tempo stesso:
. un punto di arrivo di un processo di maturazione che ha preso sempre più consapevolezza verso la necessità che la nautica, quale forma di attività ludica, ricreativa o sportiva, potesse coinvolgere una platea di beneficiari quanto più ampia possibile realizzando in concreto il principio dell’uguaglianza sostanziale;
. un punto di partenza per istituzioni, mondo produttivo e appassionati del settore, per allargare sempre più gli orizzonti e cimentarsi nell’introduzione di innovative soluzioni che rendessero realmente possibile a “tutti”, poter godere delle meraviglie dell’universo blu.
Già nel 2017, con il D.Lgs. 3 novembre 2017, n. 229, contenente norme di revisione ed integrazione del Codice della nautica da diporto, era stato modificato l’articolo 39 del suddetto Codice , introducendo una nuova categoria di patente nautica, la patente di categoria D, denominata “abilitazione speciale al comando di natanti e imbarcazioni da diporto”.
Particolarmente interessante, però, si rivela la scelta di comprendere, all’interno della definizione di nautica sociale, anche tutte le attività di divulgazione e informazione finalizzate a diffondere una cultura della nautica presso gli studenti, notoriamente molto più aperti e inclini a immaginare un mondo senza ostacoli e senza barriere.
Infine, anche il ricomprendere nella nautica sociale l’insieme delle attività nautiche effettuate a scopo terapeutico, costituisce un evidente segnale di progresso verso l’utilizzo della nautica benefico come forma di ausilio o di cura a particolari situazioni patologiche.