La storia del relitto della Bowesfield ci riporta alle cronache del maggio del 1892 quando una nave si arenò nelle acque, da sempre difficili, dello Stretto di Messina, precisamente di fronte alla piazzetta di Torre Faro, lì dove oggi sorge la chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna della Lettera.
Se ne avete la possibilità, almeno una volta nella vita (ma se lo fate una volta ci tornerete, ne siamo certi), recatevi a Torre Faro, antico borgo di pescatori, frazione situata a Nord della città di Messina ma da sempre caratterizzata da una forte identità territoriale.
Mentre gustate una granita (meglio se con panna) o anche solo un buon caffè (meglio macchiato, di panna ovviamente), osservate lo splendido panorama che si prospetta di fronte a voi, un tratto di mare unico al mondo narrato sin dall’antichità come uno dei più complessi da percorrere in navigazione (Scilla e Cariddi sono sempre in agguato dai tempi della mitologia greca).
Se dopo aver fatto incetta delle bellezze naturali che si trovano di fronte a voi provate a chiudere gli occhi guardando il mare, andate con la mente a molti molti anni indietro e provate a immaginare di trovarvi in quel posto nella primavera del 1892.
E’ il 21 maggio e un piroscafo inglese, il Bowesfield, lungo circa 77 metri e largo 11, sta solcando lo Stretto di Messina con il suo carico di carbone, da Nord verso Sud, direzione Bari.
E’ una nave varata alla fine del 1880, la vedete lì, davanti a voi, e pensate che probabilmente si trova troppo vicino alla riva, forse anch’essa incuriosita dalla costa peloritana.
E in effetti improvvisamente e violentemente la vedrete urtare contro gli scogli di Capo Peloro e, irrimediabilmente, arrestare la sua corsa.
Nemmeno il tempo di realizzare cosa sta accadendo, vi ritroverete in un misto di grida e richiami: lingue diverse che si rincorrono mentre osservate l’equipaggio della Bowesfield prendere cognizione di ciò che sta accadendo.
La nave è spacciata ma, per fortuna, tutti i componenti dell’equipaggio riescono a lasciare la nave non prima di vederla affondare dinanzi ai loro occhi.
Così scriveva la Gazzetta di Messina nella sua edizione di domenica-lunedì dei giorni 22-23 maggio del 1892:
“Naufragio. Una disgrazia marittima è avvenuta jeri sulla punta di Torre del Faro. Il piroscafo inglese Bowesfield al comando del Cap. Bayley naufragò sulla punta del Faro. Il sito dove il vapore investì essendo pieno di scogli fu impossibile ogni opera di salvataggio perché essendosi rotto in acqua dopo poco fu ingoiato. L’equipaggio composto di 23 persone fu tutto salvato. Il vapore carico di carbone era diretto a Bari. Domani daremo altri dettagli”.
Mentre alcune fonti inglesi parlarono dell’affondamento di una nave chiamata Bowesfield in prossimità di “Faro Point” il 22 maggio del 1892.
Aprite di nuovo gli occhi e tornate alla vista dello splendido mare blu. la nave Bowesfield non è più davanti a voi ma vi è venuta voglia di cercarla.
Oggi il relitto della Bowesfield, noto anche come il “relitto di Torre Faro”, è un’affascinante destinazione subacquea.
Forse è giunto il momento di cercare il diving più vicino per organizzare un’immersione.