E’ troppo breve un week end in barca a vela a Lipari ma quanto basta per vivere un concentrato di profondo Mediterraneo e per riprometterci di tornare quanto prima, magari a settembre.
Giorno 1 – Venerdì pomeriggio: partenza da Lipari e notte a Panarea
Il weekend inizia dal porto di Marina Lunga, a Lipari, dove la barca ci aspetta pronta.
Lipari, chiamata Meligunis dagli antichi Greci, era considerata un dono di Eolo, il dio dei venti, che qui regnava secondo il mito.
Il meteo è favorevole: brezza leggera da nord-ovest, sole caldo e mare tranquillo.
Saliamo a bordo, controlliamo la cambusa e molliamo gli ormeggi nel tardo pomeriggio con destinazione Panarea, a circa 10 miglia.
Veleggiare tra Lipari e Panarea i queste condizioni sembra semplice ed è ideale per rompere il fiato: il vento è favorevole e la visibilità ottima.
In meno di due ore siamo in vista dell’isola più piccola e affascinante dell’arcipelago.
Panarea ha un’eleganza senza tempo. Gli antichi credevano che qui gli dèi si riunissero per ammirare la bellezza del mare.
Gettiamo l’ancora a Cala Junco, la baia più famosa e riparata, sotto i resti del villaggio dell’età del bronzo. Il mare è cristallino, il tramonto tinge le rocce di rame.
Scendiamo a terra con il tender: passeggiamo tra i vicoli imbiancati, profumati di gelsomino e capperi. Panarea la sera è magica, silenziosa e sofisticata.
Ceniamo in barca sotto le stelle in un misto di sensazioni indescrivibili.
Giorno 2 – Sabato: navigazione verso Stromboli e notte alla Sciara del Fuoco
Dopo un tuffo mattutino a Cala Junco e una colazione lenta in coperta, salpiamo verso Stromboli.
Sono circa 12 miglia: ci mettiamo tre ore con vento teso da ponente.
La sagoma del vulcano cresce davanti a noi, con il suo pennacchio costante, come un respiro della Terra.
Arriviamo a sud, nella rada di Ginostra, piccolo borgo raggiungibile solo via mare. Lo Stromboli erutta a intervalli regolari e la sua attività è costante, ma sorvegliata.
Costeggiamo l’isola da sud e proseguiamo fino alla zona occidentale, dove si apre la maestosa Sciara del Fuoco — una colata di lava che scende al mare, attiva da secoli.
Sostiamo a distanza di sicurezza nella rada antistante, e attendiamo il tramonto.
Quando il sole cala, il vulcano si anima.
Ogni 10-15 minuti, una fiammata rossa squarcia il cielo: esplosioni regolari, visibili perfino dal mare. L’ancora tiene bene, e ceniamo in silenzio, ipnotizzati dallo spettacolo del “faro degli dei”.
Stromboli è sacro, vivo, ancestrale.
Giorno 3 – Domenica: ritorno a Lipari e rientro in porto
All’alba molliamo l’ancora con il cuore pieno. Prendiamo rotta sud-ovest verso Lipari: circa 18 miglia di navigazione, con venti di bolina larga.
Il mare è leggermente increspato, e la barca scivola elegante sulle onde.
Verso metà mattinata, avvistiamo nuovamente le coste bianche di Lipari.
Prima di rientrare in porto, ci concediamo un’ultima sosta bagno davanti alle scogliere di pomice, nella zona di Porticello: l’acqua è turchese, quasi irreale.
Rientriamo a Marina Lunga in tempo per il check-out nel primo pomeriggio.
Sistemata la barca ci concediamo un pranzo di congedo nel centro di Lipari, tra arancini e vino bianco delle Eolie.
Si conclude il nostro week end in barca a vela a Lipari: il tempo è sembrato dilatarsi tra un bagno e una veleggiata, tra una leggenda e un tramonto.
Le vele, come le storie, ci hanno portato lontano già dopo poche miglia.
Il ritorno è solo una pausa: il cuore resta in mare.
In appena tre giorni le Eolie svelano il loro volto più intenso: Lipari ci accoglie, Panarea ci incanta, Stromboli ci scuote.
Non vediamo l’ora di tornarci.
